Călin Georgescu non sarebbe mai potuto diventare presidente della Romania. Ve l’ho spiegato qualche giorno fa durante una puntata del Pantoprazolo.
Avrebbero potuto assassinarlo con una fucilata, farlo saltare in aria su un’autostrada, avvelenarlo. Oppure avrebbero potuto arrestarlo, incarcerarlo, o annullare le elezioni e metterlo fuori dai giochi.
Hanno scelto l’opzione meno cruenta, almeno per ora. Dobbiamo ringraziare il nostro padrone misericordioso, in altri tempi ci sarebbe andato con la mano pesante.
Grazie padrone per averci risparmiato il sangue.
Grazie padrone misericordioso.
Partiamo dalla mappa. È semplice: la Romania è una delle due colonne che regge il cancello che apre e chiude la porta d’Europa.
L’altra colonna è la Polonia. Al centro c’è l’Ucraina.
Quella è la linea al di quà della quale non si retrocede per nessuna ragione.
Di quà ci siamo noi, di là ci sono loro. Per ora, perché sperabilmente riusciremo ad avanzare.
La linea è anche imposta dalla spina nel fianco europeo: l’enclave russa di Kaliningrad, segnata con la freccia in blu sulla mappa.
Riassiumiamo la situazione: la Polonia è un paese strategico e molto collaborativo. Non solo perché si sta armando ed è il più guerrafondaio antirusso tra i paesi europei, ma anche perché, vi ricordo, ospita le installazioni missilistiche americane.
Si tratta dei famosi sistemi ABM (Anti Ballistic Missile) Aegis Ashore. Sistemi di lancio missilistico che ufficialmente dovrebbero ospitare missili antimissile, “armi difensive”, ma che in realtà possono tranquillamente ospitare anche missili da attacco.
Guarda caso, la stessa installazione ABM che c’è in Polonia c’è anche in Romania. Sì, anche la Romania ospita i sistemi Aegis Ashore.
Non solo: in Romania è in fase di ampliamento la base NATO Mihail Kogălniceanu Airbase (MKAB), che è destinata a diventare la base militare della NATO più grande in Europa, e quindi del mondo.
Supererà anche la Ramstein Air Base in Germania. Diventerà il baricentro di tutta la difesa europea.
E si troverà a poche centinaia di chilometri dalla Moldavia, altro paese strategico che si trova appena al di là della cortina di ferro e che deve essere conquistato. La Moldavia però ha un problema che si chiama Transnistria, una regione separatista filo-russa.
Che dovrà essere prima o dopo obliterata.
E la Romania sarà fondamentale per questa operazione.
Così come lo sarà per il controllo del Mar Nero, per impedire che diventi un lago russo. E da questo punto di vista è fondamentale anche la Georgia.
Ora, di fronte a tutti questi fatti, chi può pensare che un candidato come Georgescu, NATO-scettico, Euro-scettico e apertamente filo-rumeno possa vincere le elezioni senza che gli sparino in faccia facendogli schizzare il cervello sul parabrezza?
Nessuno.
E infatti non vincerà le elezioni. A costo di annullarle, a costo di mandare i militari, se è necessario.
La Romania è proprietà americana, è vitale per gli interessi strategici di Washington, solo un coglione può pensare che sia un paese libero.
Con buona pace di quella stupidaggine che chiamate democrazia. Quella va bene solo per chi non vale il tempo e lo sforzo del padrone.