È arrivato IL giorno
Il mondo sta per scoprire chi sarà il prossimo Presidente dell'Occidente
Ognuno ha la sua sensazione, ognuno ha il suo sondaggista preferito, quello che fino a oggi non ha mai sbagliato una tornata elettorale. E dicono tutti cose diverse.
La verità è che mentre sto scrivendo qui a Whasington D.C. sono le quattro del mattino dell’Election Day e nessuno ha davvero idea di quello che succederà. Nessuno.
La situazione si è rapidamente ingarbugliata, dopo che qualche giorno fa sembrava che Trump avesse un leggero - ma presente - vantaggio su Kamala in tutti e sette gli stati in bilico. Poi o le cose sono cambiate, oppure è intervenuta la manina oscura della stampa a intorbidire le acque.
Perché si sa, chi è in vantaggio nei sondaggi chiama l’effetto “carro del vincitore”, e a controllare le maggiori testate giornalistiche non sono certamente, di solito, trumpiani di ferro.
Anche i bookamker sono impazziti. In queste ultime ore Trump sta tornando a essere il favorito su Polymarket, quando fino a ieri sembrava che il suo vantaggio si stesse consumando rapidamente in favore della Harris.
Il Bitcoin, che secondo me risentirà dell’eventuale elezione di Trump dopo che quest’ultimo si è speso - almeno a parole - come sostenitore delle criptovalute, in seguito a un momento di euforia di fine ottobre è entrato in una fase che forse potremmo definire laterale, in cui cioè non è chiaro come si stia muovendo.
Insomma, siamo tutti in attesa. Il mondo è con il fiato sospeso, ad attendere ciò che gli toccherà. Come un paziente sotto i ferri, l’occidente è giustamente preoccupato per il suo destino, con quella leggera tensione e torsione intestinale che caratterizza ogni avvenimento dall’esito incerto e potenzialmente fatale.
Questo testa a testa probabilmente si giocherà per un centinaio e mezzo di migliaia di voti.
E questo non è un bene, perché significa che offrirà il fianco a grandi contestazioni. Contestazioni che vanno comprese, perché non è che gli americani siano pazzi o esaltati, o antidemocratici.
Semplicemente, se vivi in un Paese che permette di votare senza firmare la busta del voto postale; se puoi recarti alle urne senza documenti e fornendo solo le prime tre lettere del cognome; se la Corte Suprema del tuo Stato decide che debbano essere ritenuti validi voti arrivati fuori tempo massimo… beh, chiunque GIUSTAMENTE penserebbe di essere stato truffato.
E qualcuno, forse, truffato potrebbe esserlo stato per davvero. Viste queste regole.
Ci saranno violenze?
Come vi ho documentato nel mio video di ieri, che ho fatto passeggiando per le strade di Washington, la città è blindata come, pare, non si sia mai vista.
Le misure di contenimento adottate a Capitol Hill fanno semplicemente spavento. Oltre alle reti di ferro hanno costruito un muro di acciaio alto quattro metri che sembra lì per fermare non solo le persone, ma anche mezzi eventualmente impiegati per assaltare i palazzi del potere.
Il momento atteso più caldo è a gennaio, perché ci sarà la cerimonia di inaugurazione della nuova legislatura, e il giuramento del nuovo Presidente. Tuttavia, la tensione è alta già da ora.
E non lo è solo a Washington, ma soprattutto lo è nei sette stati in bilico, gli swing states: Arizona, Nevada, Wisconsin, Michigan, Pennsylvania e North Carolina.
Il timore, concreto, è che gli americani se la prendano prima con i propri stati, e poi con la Capitale.
Personalmente ritengo che la situazione sia di grande e reale rischio chiunque sarà il vincitore. Si tende a pensare che le violenze siano più facilmente provenienti dai trumpiani, ma è un falso presupposto che nasce dalla manipolazione della realtà operata dai media.
Vi siete dimenticati di quanto accaduto nella primavera del 2020 con il movimento Black Lives Matter?
A sfasciare e assaltare i supermercati, a rapinare i negozi, a massacrare e uccidere a bastonate i loro proprietari, a dare fuoco alle automobili private, a distruggere gli uffici della polizia non erano stati i trumpiani, ma gli attivisti di Antifa e BLM.
E non “a Washington”, ma in tutta la nazione. Non per un giorno, ma per mesi.
Le violenze operate da questi gruppi sono state se possibili ancor più radicali e indiscriminate di quelle perpetrate dai J-sixers durante l’assalto al Campidoglio.
Eretico da dire?
Chi se ne frega, tanto i fatti non cambiano.
Per questa ragione, comunque, facciamo attenzione. I gruppi violenti ci sono in entrambi gli schieramenti, e comunque vada la tensione in questo Paese è alle stelle.
Ci vediamo alle 21
Il Pantoprazolo di oggi sarà alle 21.00. E in realtà sarà una maratona elettorale in cui cercheremo di capire, man mano che le informazioni arrivano, come si stanno muovendo le cose. Incrociamo le dita e speriamo vada tutto per il meglio.
Un doveroso ringraziamento
Ci tengo a ricordarvi che se io mi trovo qui, nella capitale americana, per raccontarvi quello che succede, è solo grazie a voi. Tutto questo è stato possibile grazie ai numerosi abbonamenti ricevuti qui su Substack, e grazie ai tremila (quasi) abbonati al canale YouTube. Voi avete reso possibile tutto questo e per questa ragione vi ringrazio. Spero che il servizio reso sia all’altezza.
Hai ragione Substack è una figata
complimenti per il tuo servizio professionale ma soprattutto "SPECIALE " Grazie 🙏