Le parole di Giuliano Amato su Ustica sono state lo sparo di inizio della corsa degli scoordinati dell’intelletto, le paraolimpiadi della cultura disputate nella riserva dei minus habentes.
L’effetto comico di codesti spastici malassortiti che si invadono l’un l’altro di corsia e si prendono a calci involontariamente purtroppo non ha neppure un potere lenitivo, dal momento che immediata è la consapevolezza che il pubblico a casa, disgraziato quanto loro, non è in grado di distinguere il grano dal loglio.
Ecco sì, che avanza dunque lo sconforto.
Accettiamo vi prego supinamente che l’Italia è realmente ciò che dice di essere e ciò per cui è riconosciuta nel mondo. Il luogo dello star bene in compagnia chiassosa e sorridente, un bicchiere di vino con un panino, la felicità.
Sere d’estate, polpo e patate. Sciuè sciuè.
Delle parole di Giuliano Amato io dico solo quattro cose, anche perché ho fatto una disamina completa che trovate su YouTube e non è neppure troppo lunga.
1- Gheddafi doveva volare su un Mig, attraversando il Tirreno
Amato sostiene che Gheddafi la sera del 27 giugno avrebbe dovuto trovarsi a bordo di un Mig della sua aviazione.
Bene, dove doveva andare? Anzi, siccome il Dc9 Itavia viaggiava da nord verso sud, la domanda corretta è: da dove stava tornando? Perché se, come molti sostengono, il Mig era "nascosto" sotto la pancia del Dc9, ovviamente i due aerei viaggiavano nella stessa direzione. Direzione che semmai è quella di rientro in Libia, non di partenza.
2- Il Mig di Gheddafi doveva essere abbattuto durante una esercitazione nato
Amato afferma che il piano francese, certamente approvato dagli americani, prevedeva di abbattere Gheddafi facendo poi passare l'evento per un "incidente" avvenuto durante una esercitazione Nato.
Questa ipotesi è un assurdo. Come si sarebbe potuto spacciare per coincidenza l'abbattimento non di un aereo con un equipaggio qualsiasi, ma proprio un caccia libico con a bordo nientemeno che il colonnello Gheddafi? È una follia pensare che possa risultare credibile.
Inoltre, è oggi accertato che non ci siano state esercitazioni Nato quella notte.
3- Gheddafi fu avvertito del pericolo da Craxi, e non salì sull'aereo
Amato sostiene che fu Craxi ad avvertire Gheddafi del pericolo e che quindi questi non salì sul suo aereo.
Craxi però non era al governo nel 1980. Come poteva Craxi, semplice parlamentare, conoscere i dettagli di un piano della Nato certamente segretissimo e delicatissimo?
4- Se Gheddafi fu avvertito, contro cosa spararono i francesi?
Se il piano è stato sventato dall'intervento di Craxi, contro cosa spararono i francesi? Se Gheddafi non salì sull'aereo, quale aereo libico e perché quella sera si trovò sul Tirreno?
Per dar credito al racconto di Amato siamo costretti fare una ulteriore ipotesi, e cioè che Gheddafi non si sia limitato ad annullare il suo viaggio, ma abbia deciso di inviare comunque un suo aereo "esca" da far abbattere.
Perché mai avrebbe dovuto farlo?
Sciuè sciuè.
Altra domanda, se chi era al vertice del nostro paese al tempo sapeva, come lo sa Amato, che cosa hanno fatto? Niente, perché si sa, l'Italia non conta niente