In Russia stiamo giocando col fuoco
Le continue provocazioni prima o dopo porteranno a una reazione forte
No, non parlo della situazione georgiana, dove sembra che si stia riproponendo lo stesso schema già visto nell’Ucraina del 2014 e dove la tensione non accenna a diminuire.
E non parlo neppure degli accordi bilaterali “volontari” che i paesi membri della NATO questa estate proporranno a Kiev, sottoscrivendo piani di aiuti militari e programmi di interoperabilità per portare l’Ucraina, appena sarà possibile, sotto il grande abbraccio dell’Alleanza Atlantica. Perché neanche sotto le bombe l’hanno capita.
Parlo di una cosa più sottile, e mistificata dalla stampa nazionale e internazionale.
Ieri mattina, mentre preparavo la mia puntata del Pantoprazolo, mi sono imbattuto in questo articolo di Open. “Usate S-300 e S-400 americane per colpire i russi”. Appena visto il titolo ho riso tantissimo, e mi sono detto «guarda questi ignoranti di Open», in due anni e mezzo non sono manco riusciti a imparare la differenza tra ciò che è russo e ciò che è americano, e neanche sono riusciti a capire come funzionano le armi più note.
Per chi non lo sapesse gli S-300 e gli S-400 non sono “armi americane”, bensì sono sistemi antiaerei sovietici e russi, che anche l’Ucraina possiede (gli S-300). Inoltre, essendo sistemi antiaerei, servono per difendersi dagli attacchi aerei e non per bombardare il nemico.
Quindi questo titolo non ha minimamente senso. Follia pura.
Open tuttavia nell’articolo scrive che queste informazioni non sono farina del suo sacco, ma provengono dal New York Times. E così, spinto dalla voglia di deriderli, sono andato a cercarmi il pezzo originale.
Non ci ho messo molto e l’ho trovato.
Fino a qui il mio intento era dimostrare che alla redazione di Open c’è gente che non è neppure in grado di leggere e copiare un breve articolo in inglese, obbiettivo che ho raggiunto facilmente.
Infatti nel pezzo del NyTimes non c’è scritto da nessuna parte che gli S-300 e gli S-400 sono armi americane, mica sono fessi. La notizia lì è diversa: gli ucraini, usando armi americane - e in particolare probabilmente gli HIMARS - hanno colpito S-300 e S-400 russi in territorio russo.
Chi ha copiato il pezzo su Open non ha capito che gli S-300 e gli S-400 erano l’obbiettivo, non l’arma usata per attaccare. Anche perché, ripeto, questi sistemi sono antiaeree quindi non si usano per bombardare nessuno.
Ma man mano che leggevo l’articolo del NyTimes mi rendevo conto che qualcosa di inquietante si stava dipanando sotto i miei occhi.
La scoperta inquietante
Il NyTimes dice:
L'Ucraina ha distrutto i sistemi missilistici S-300 e S-400, senza specificare quanti.
La Russia ha utilizzato questi sistemi, inizialmente progettati per abbattere aerei, per bombardare la città ucraina nordorientale di Kharkiv, che si trova a soli 45 miglia da Belgorod.
Fermi tutti, in che senso?
Facciamo un passo indietro. Sui giornali avete letto che gli USA hanno dato il via libera agli ucraini per attaccare i russi nel loro territorio usando armi americane.
Ebbene, non è proprio così.
In realtà Washington ha posto delle regole d’ingaggio precise. Gli ucraini sono autorizzati ad attaccare in territorio russo solo per difendere la regione di Kharkiv. Quindi gli attacchi possono partire solo da Kharkiv e possono essere condotti solo nella regione russa intorno a Belgorod.
Ma c’è di più: gli ucraini possono attaccare in territorio russo solo obbiettivi che per loro sono una minaccia diretta.
Per capirci, se c’è una batteria di artiglieria che dalla Russia colpisce l’Ucraina questa può essere a sua volta colpita dagli ucraini con armi americane. Ma se c’è un sistema di difesa russo a Belgorod che non è una minaccia per l’Ucraina questo non può essere colpito con armi americane.
Bene, con questa consapevolezza ritorniamo all’articolo del New York Times dove dice, riferendosi agli S-300 e S-400 colpiti:
La Russia ha utilizzato questi sistemi, inizialmente progettati per abbattere aerei, per bombardare la città ucraina nordorientale di Kharkiv.
Il giornale sta dicendo che gli ucraini hanno colpito sistemi di difesa antiaerea russi, in territorio russo, perché questi venivano utilizzati per bombardare Kharkiv.
Questo renderebbe l’azione ucraina legittima, secondo le regole di ingaggio americane. Il problema è che è falso.
Notizie manipolate
Nessuno, neanche il più scemo tra i fessi, userebbe mai un sistema antiaereo sofisticato e costoso come l’S-300/400 per bombardare il nemico.
Certo, in teoria si può fare tutto, in teoria si possono inserire missili terra-terra in questi sistemi e usarli come se fossero un HIMARS.
Ma è folle anche solo pensarlo.
E le ragioni sono molteplici. La prima è che la Russia dispone di quanta artiglieria vuole, quindi non ha certamente bisogno di convertire sistemi antiaerei in pezzi d’artiglieria. Non le serve, semplicemente.
E la seconda ragione è che mentre stai usando l’S-300/400 per bombardare il nemico questo non può essere usato contemporaneamente anche come antiaerea.
In pratica ti stai privando di una linea di difesa importantissima e fondamentale come quella antiaerea per usarla come artiglieria.
Insomma, non ha letteralmente senso.
È come se il vostro vicino riempisse la sua automobile di terra per usarla come vaso da fiori. Si può fare, in teoria, ma credo che qualcuno proporrebbe un TSO.
Allora perché raccontare questa evidente fandonia?
Semplice. Perché gli ucraini hanno colpito per davvero gli S-300/400 russi, e lo hanno sbandierato ai quattro venti.
La notizia non si poteva nascondere, era già pubblica.
Ma la notizia significa anche che l’Ucraina ha violato le regole d’ingaggio americane. Ha colpito sistemi di difesa russi, non armi usate per bombardarli.
Gli S-300/400 di Belgorod sono una minaccia per gli ucraini solo se l’Ucraina ha intenzione di invadere la Russia. Quelle sono difese antiaeree, quindi a meno che Kiev non voglia volare sopra Belgorod per colpirla non c’è ragione di ritenerle un pericolo.
Ma se la notizia viene manipolata facendo credere che gli S-300/400 siano stati usati per bombardare Belgorod, ecco allora che diventano obbiettivi legittimi secondo le regole di ingaggio americane.
Problema risolto, manipolazione servita.
La complicità americana
C’è di più.
C’è una domanda che tutti ci stiamo facendo: gli ucraini hanno agito di testa loro? Come delle teste calde qualsiasi hanno usato armi americane per colpire obbiettivi che gli americani non hanno autorizzato a colpire?
Sembra molto improbabile.
Se avessero questa attitudine a fare di testa loro avrebbero iniziato a farlo ben prima di oggi. Avrebbero colpito in territorio russo con armi americane anche senza il via libera degli USA, per esempio.
Inoltre c’è da considerare anche un fattore tecnico: gli ucraini non hanno a disposizione i satelliti necessari per individuare autonomamente gli S-300/400 in territorio russo.
Chi gli ha fornito le coordinate per puntarli e distruggerli?
La risposta sembra ovvia, e spiegherebbe anche l’altrimenti insensato accanimento del NyTimes nel riportare una notizia manipolata per nascondere ai lettori la verità.
La reazione russa
L’altra cosa da comprendere è che, visto dal punto di vista russo, l’attacco ai sistemi antiaerei è un’attacco grave e non solo perché distrugge sistemi molto costosi e raffinati, difese delicatissime che per la protezione del territorio sono fondamentali.
È un atto grave anche perché potenzialmente poteva essere il preludio di un attacco di portata più ampia. Io ti privo della difesa aerea se poi subito dopo ti bombardo.
Questo non è successo, certo, ma la provocazione è evidente. E la frequenza con cui si stanno verificando questi atti provocatori sta aumentando di frequenza e di peso, e la domanda perciò diventa: a che gioco stiamo giocando? Qual è l’obbiettivo finale?
Provocare una reazione russa violenta? Magari per poi venderla all’opinione pubblica come la zampata dell’orso russo braccato e ferito che reagisce scompostamente? Magari per convincerci che quello è il momento giusto per intervenire e finirlo del tutto? Non lo so, queste sono pure speculazioni, i fatti però rimangono quelli che vi ho raccontato qui sopra.
Vedete voi.
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